Pedonalizzazione integrale del centro di Cagliari

La pedonalizzazione del primo tratto del Corso Vittorio Emanuele e i lavori che da qualche tempo ne impediscono l’attraversamento in auto hanno mostrato che i temuti ingorghi dovuti all’eliminazione dei parcheggi e al dover cambiare percorso non si sono assolutamente verificati. Sarebbe dunque ora di procedere velocemente verso la pedonalizzazione dell’intero centro storico, imprescindibile per qualsiasi città con una forte vocazione turistica, senza lasciarsi fermare dalle proteste di chi, pur godendo dei
vantaggi dell’abitare in centro, non vuole sopportarne gli svantaggi (e l’unica risposta che si può dare a chi obietta che gli svantaggi sono già superiori ai vantaggi è: vendi casa e vai a vivere da un’altra parte, senza pretendere che un’intera città freni le sue prospettive di crescita per accontentare te), e di chi, abituato a gestire un bar o un
ristorante non per vocazione imprenditoriale, ma per caso fortuito, teme che i maggiori introiti derivanti dal turismo non riescano a compensare l’abbandono del locale da parte dei vecchi avventori abituati a parcheggiare in doppia fila davanti all’entrata. Ecco dunque la mia proposta per un centro storico pedonale a Cagliari:


I limiti che ho tracciato per questa ipotetica zona pedonale presuppongono necessariamente la costruzione del tunnel (al momento accantonato) sotto via Roma (in questo vecchio post, trovate la mia proposta per un asse costiero lungo l’intera area metropolitana), imprescindibile per la liberazione del waterfront e per la realizzazione di una grande piazza affacciata sul mare (di cui parlo in questo post), oltre al prolungamento della metro (possibilmente interrata e non di superficie) fino a piazza Matteotti (in questo post, trovate una proposta per l’estensione della metro a tutta l’area urbana di Cagliari).
La nuova Via Roma, finalmente libera dalle auto, potrebbe ospitare un porto attrezzato per gli yacht, oltre a bar, stand, chioschi, ristoranti, ricciai, skate-park, palestre all’aperto e aree per lo sport, discoteche e locali notturni, così da rendere viva la zona giorno e notte.

Un’altra opera che renderebbe più agevole la pedonalizzazione sarebbe il completamento ad ovest dell’asse mediano (descritto in questo post) attraverso il canyon di Tuvixeddu: ciò permetterebbe la chiusura al traffico del Largo Carlo Felice, per il quale già da tempo si auspica la trasformazione in una sorta di ramblas sul modello di Barcellona.

Via Ospedale, via S. Giorgio e via Santa Margherita resterebbero aperte al traffico per permettere l’accesso in auto all’Ospedale San Giovanni di Dio e ai parcheggi sotto il Bastione di Santa Croce. Altre “spine” aperte al traffico potrebbero essere via Mameli fino all’incrocio con via Sassari, via Sant’Ignazio da Laconi fino all’incrocio con via Porto Scalas, via Tempio e via Bosa fino all’incrocio con via Macomer, via Lanusei fino all’incrocio con via Carbonia, non essendo queste vie appetibili dal punto di vista turistico e permettendo di avvicinarsi alle zone inaccessibili alle auto. Sempre a tal fine, verrebbero lasciate aperte al traffico viale Regina Margherita (fino all’incrocio con via Eleonora d’Arborea) e viale Regina Elena (fino all’incrocio con via San Giovanni).
Eventualmente e in accordo con i primi esiti della pedonalizzazione, si potrebbe in seguito optare per la trasformazione di queste vie in zone a traffico limitato, con accesso permesso solo ai residenti nei quartieri pedonalizzati.

All’interno dell’area pedonale potrebbero chiaramente circolare i taxi, i mezzi di soccorso e i minibus per il trasporto di turisti e residenti, magari con un paio di linee trasversali a tutto il centro storico (ad esempio, una che attraversi Piazza del Carmine, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Yenne, Via Manno, Piazza Costituzione e Via Garibaldi e un’altra che faccia la spola tra Piazza Yenne, Largo Carlo Felice, Via Roma e la Darsena) e quattro linee “di quartiere” che coprano più strade possibile all’interno di Marina, Stampace, Castello e Villanova.

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