Alberghi, ristoranti, discoteche: un nuovo quartiere sul Serpeddì

Oggi vorrei parlarvi di un’altra zona dell’area metropolitana di Cagliari che potrebbe essere valorizzata, portandola fuori da un inconcepibile anonimato e trasformandola in uno dei volani dello sviluppo della nostra magnifica città. Quest’area è il Serpeddì, una montagna alta oltre 1000 metri e visibile da tutta Cagliari e dall’intero Golfo degli Angeli grazie all’assenza di altri rilievi tra la vetta e la città.

Prima di descriver che cosa ho immaginato per questa bellissima zona, premetto per chi non vi è mai salito che l’area non è sicuramente al suo stato naturale, per colpa del disboscamento e soprattutto per la presenza di numerose antenne e ripetitori sulla cima, oltre a un gran numero di strade rurali (tutte sterrate) che la attraversano sul versante che dà sul mare e su Cagliari. E’ per questa ragione che non bisogna partire prevenuti nei confronti dell’urbanizzazione e dell’edificazione su questo versante, ma valutare attentamente i pro e i contro.

L’altopiano sulla vetta, con pendenze non eccessive e variante tra i 900 e i 1050 metri, potrebbe ospitare diverse infrastrutture:

Vi si potrebbe innanzitutto realizzare un hotel di lusso per ospitare turisti che, pur amando il mare della Sardegna, vogliano sfuggire alla calura estiva alloggiando in un’area sicuramente molto più fresca della costa e della città, ma non distante da queste.

Altre strutture ricettive di livello più basso e con prezzi abbordabili potrebbero invece ospitare chi volesse usare il Serpeddì come base per escursioni: verso nord e verso ovest si può camminare per oltre 20 km senza incontrare nessun centro abitato, una sorta di Supramonte ancora sconosciuto ai turisti e alle porte di Cagliari.

Altri servizi che potrebbero essere offerti sul Serpeddì sono ristoranti, bar e magari discoteche, tutti con una vista meravigliosa e unica su Cagliari e sul Golfo degli Angeli.

Pensando in grande, si potrebbe pensare anche a un grande centro sportivo che permetta a professionisti e dilettanti di allenarsi anche in piena estate senza doversi allontanare da Cagliari; i tifosi avrebbero modo di seguire la squadra anche in ritiro e l’impianto potrebbe aiutare a cementare i legami con altre società, magari organizzando tornei estivi che portino visibilità e turismo.

Andrebbe chiaramente asfaltata una delle strade per salire in cima e, eventualmente, potrebbe essere meglio asfaltare entrambe quelle che ho evidenziato in questa mappa:

In questo modo, si potrebbe optare per una strada con senso di marcia in salita e una in discesa, senza dover così allargare l’attuale carreggiata. Dall’attuale circonvallazione di Sinnai, si arriverebbe in vetta con un tragitto di meno di 20 km, permettendo quindi di raggiungere il Serpeddì dal centro di Cagliari in neanche 40 minuti.

Infine, e quest’ultima proposta sicuramente sarà di più difficile ricezione da parte di chi teme per l’ambiente, si potrebbe pensare di lottizzare una parte del versante: si doterebbe Cagliari di un quartiere di montagna a poca distanza dalla città e dal Poetto, un quartiere nuovo e suggestivo sia per i residenti che per i turisti che volessero acquistare casa in città.

Chiaramente i diritti di costruzione delle infrastrutture in vetta e dell’eventuale quartiere sul versante dovrebbero essere venduti e condizionati all’assunzione degli oneri di urbanizzazione, da realizzarsi prima di ogni altra opera; col ricavato della vendita di tali diritti si potrebbe inoltre procedere alla riforestazione integrale del resto della montagna, sacrificando una piccola area già oggi compromessa per poter d’altra parte trasformare il resto della zona in un magnifico polmone verde e inedificato alle porte di Cagliari.

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