Sant’Elia: da ghetto a centro congressi o campus universitario

In un precedente post, ho parlato di come si potrebbe valorizzare la zona tra Su Siccu, la fiera e Sant’Elia, immaginando per quest’ultimo quartiere una trasformazione in centro congressuale; in questo post vorrei chiarire meglio il mio pensiero.

Attualmente la zona, collocata in uno dei punti più pregiati dell’intera città, è equamente divisa tra parcheggi, palazzoni popolari e sterpaglie (oltre allo Stadio, di cui ho parlato in un altro post): abbastanza incredibile se si pensa che il quartiere si trova a breve distanza dal centro, dalla spiaggia del Poetto e dalla Sella del Diavolo, tutti luoghi raggiungibili in meno di mezz’ora a piedi e in una manciata di minuti in auto. Proprio per queste sue caratteristiche di pregio, vedrei bene la trasformazione della zona in una sorta di centro congressuale, dotato di alberghi di lusso, di un porticciolo per la nautica da diporto e di palazzi residenziali di pregio.

Ecco alcune foto che descrivono come immaginerei lo sviluppo dell’area, scattate rispettivamente a Long Beach, New Orleans e Vancouver:

 

Un progetto alternativo di sviluppo, potrebbe ispirarsi alla Studentski Grad (città degli studenti) di Sofia, in Bulgaria. Dal punto di vista estetico non raggiungiamo certamente le vette dell’idea esposta sopra, anzi diciamo che si rimane grosso modo entro i canoni attuali, ma proprio questo la rende sicuramente di più facile attuazione, almeno nel breve termine.

Studentski Grad è un grande quartiere alla periferia di Sofia, abitato da circa 40 mila studenti, ai quali vengono offerti alloggi a dir poco spartani, ma a prezzi irrisori che partono da €20 al mese. Canoni d’affitto così bassi permettono a studenti bulgari e non di abitare e studiare nella capitale senza dover per forza trovare i €200 al mese necessari per un alloggio “decente”, in mancanza dei quali dovrebbero rinunciare all’università. Qualcuno vede negativamente la questione, considerandolo un ghetto, qualcun altro (tra cui il sottoscritto) apprezza la possibilità che viene data a chiunque di raggiungere il proprio obiettivo a prescindere dai mezzi ed evitando, come invece avviene a Cagliari, di mettere in difficoltà le famiglie di chi non risulta assegnatario di un alloggio universitario. Per di più, la zona è, per ovvi motivi, diventata il centro principale della vita notturna di Sofia (ai piedi dei palazzoni sono stati aperti locali, pub, discoteche, kebabbari, ecc.), tanto che anche chi potrebbe vivere in luoghi più “urbani” spesso sceglie di vivere a Studentski Grad, così da essere nel mezzo della movida cittadina e da avere anche qualche soldo in più per godersela.

Ora, immagino che se i palazzoni popolari venissero assegnati a studenti universitari, previo trasferimento degli attuali inquilini nelle altre zone dell’area metropolitana, si otterrebbero i seguenti vantaggi:

  1. Trasformazione di Sant’Elia da ghetto urbano a quartiere studentesco;
  2. Risoluzione degli attuali problemi di Sant’Elia, evitando l’assembramento degli alloggi popolari in un’unica zona (la ricetta ideale per la costituzione di un ghetto) e suddividendoli lungo tutta la cintura urbana, proporzionalmente agli abitanti di ciascun quartiere;
  3. Diminuzione della disoccupazione giovanile (a Studentski Grad sono gli studenti o comunque altri ragazzi a lavorare nelle lavanderie, nelle kebabberie, nei pub e nelle discoteche del quartiere, quando non sono essi stessi i gestori);
  4. Creazione di un campus low-cost dove gran parte degli studenti possano vivere a contatto gli uni con gli altri, favorendo le sinergie normalmente esistenti in ambito universitario.
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