Un sogno per il futuro del Cagliari Calcio

Colgo l’infausta occasione della recente retrocessione del Cagliari per inaugurare Karalis.net con un articolo sulla squadra Rossoblu e su un sogno che mi piacerebbe potesse diventare realtà.
Premetto che si tratta di un’idea che coltivo da diversi anni, ma che mi è sempre sembrata poco plausibile fin quando c’era da combattere costantemente per la permanenza in Serie A e fin quando la sola idea di modificare la macchina celliniana e retrocedere nel campionato cadetto mi rendeva più timoroso e conservatore nei confronti di qualsiasi cambiamento drastico.
Ora che in Serie B ci siamo per davvero e il tabù è stato sfatato, mi sembra forse arrivato il momento di “rischiare” una rivoluzione: d’altronde la botta peggiore è perdere la massima serie dopo oltre un decennio, il rischio di un’ulteriore retrocessione mi spaventa enormemente di meno.
In cosa consisterebbe questa rivoluzione? Nell’avere il coraggio di utilizzare i soldi delle cessioni e i risparmi sugli stipendi non per compensare i minori introiti degli sponsor e dei diritti TV, ma per investire nel futuro.
Mi spiego: si potrebbero creare una trentina di squadre giovanili, una per ciascun territorio della Sardegna (Montiferru, Planargia, Ogliastra, Marghine, ecc.), e organizzare un campionato interno, sponsorizzato dal Cagliari, con la presenza fissa e costante dei talent scout rossoblu, dispensati dall’andare a frugare nelle serie B sudamericane e nelle baraccopoli africane e incentivati a seguire con attenzione i giovani nostrani, per evitare di disperdere un talento che non c’è bisogno di andare a cercare all’estero.
Questo campionato potrebbe eventualmente essere suddiviso in una serie maggiore e una minore: far affrontare una squadra che pesca da un bacino di neanche 10000 persone (come il Mandrolisai, il Gerrei, il Barigadu o la Barbagia di Seulo) con squadre che hanno un bacino di oltre 100mila persone da cui pescare (come le aree metropolitane di Cagliari e Sassari, il Sulcis e la Gallura) porterebbe a goleade e vittorie scontate.
Ciascuna squadra schiererebbe ogni domenica i migliori giovani del proprio territorio e darebbe ai migliori la possibilità di essere reclutati dalla primavera del Cagliari.
Magari per tornare in serie A ci metteremmo un anno in più, ma questa volta torneremmo con l’orgoglio di una squadra costituita esclusivamente da ragazzi sardi e consapevoli di non aver negato ai nostri conterranei più meritevoli la possibilità di giocare in serie A per la squadra della loro terra.

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